Rettifica: semplice applicazione o processo complesso?
Fra i processi di finitura, la rettifica è uno dei più noti e antichi, ma non per questo la qualità finale è scontata.
Nonostante le molteplici innovazioni, la rettifica rimane un processo complesso, che può danneggiare termicamente il materiale lavorato, produrre rugosità superficiali non accettabili, innescare vibrazioni durante il taglio, causare vetrificazione della mola e incappare in usura molto rapida dell’utensile. Il superamento di queste problematiche può essere ottenuto, velocemente e in modo efficiente, soltanto conoscendo approfonditamente l’interazione tra i differenti fattori caratteristici della rettifica.
Quando si esegue un’operazione di rettifica? Al termine del ciclo produttivo. Questo significa che, indipendentemente da come è stato prodotto il manufatto, possono essere stati eseguiti trattamenti termici e/o superficiali che conferiscono elevata durezza, per cui è fondamentale che l’utensile abbia taglienti molto duri e resistenti all’usura. La durezza del tagliente, cioè del grano, e la resistenza all’usura sono caratteristiche fondamentali e imprescindibili, con un’influenza diretta sia sulla qualità della superficie che sull’economia di processo. Ma non è tutto qui. Infatti per definire un processo di rettifica occorre stabilire la miglior correlazione fra dimensione del truciolo, forze in gioco, energia richiesta, gradienti di temperatura, tensioni residue e gli effetti negativi che possono compromettere l’accuratezza della lavorazione.
“Il segmento della rettifica richiede una profonda interazione fra tutte le parti coinvolte nel processo: l’ambiente; gli operatori; le mole; le macchine utensili; i materiali – spiega Lucio Pighin, profondo conoscitore delle problematiche legate ai refrigeranti nei processi produttivi –. Per quanto riguarda lo studio dei refrigeranti per rettifica, l’attività e le esperienze sul campo hanno dato ottimi risultati, sia in termini di competenza che di affidabilità del prodotto Castrol, dando piena soddisfazione ai 5 pilastri che concorrono alla riuscita del processo“.
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